Martedì, 19 Marzo 2024 08:26

CLAUDIO FAVA: IL GIARDINO DELLA MEMORIA, PUNTO FERMO. RADICI SALDE

Il Vice-Presidente della Commissione antimafia scrive all’Unci dopo la visita del 19 luglio a Palermo
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A due giorni dalla visita della Commissione antimafia al Giardino della Memoria di Palermo, il Vice-Presidente dell’organismo parlamentare, il giornalista Claudio Fava, figlio del direttore de “i Siciliani” ucciso a Catania nel 1984, ha fatto pervenire al Vice-Presidente dell’Unci, Leone Zingales, una riflessione.
 <Un giardino della memoria – sottolinea Fava - sono radici, piantate a trattenere insieme le cose accadute, i volti, le storie, le rabbie, i lutti, le promesse, le illusioni, le sfide, le verità rivelate e quelle taciute. E’ così ovunque, anche a Palermo, nelle tre terrazze di terra e di alberi piantate a Ciaculli. Da una parte la luce del golfo, dall’altra la montagna bianca e in mezzo questo lembo di terra riempito con i nomi di tutti i caduti per mano di Cosa nostra. Come un punto fermo. Radici salde. Memoria che cresce. I frutti? Quelli, nel Giardino della Memoria, non ci sono. I frutti stanno fuori da quel fazzoletto d’alberi e di lapidi. I frutti sono i vivi, non i morti: il loro modo di far buon uso di questa memoria e di evitare che servano altri ulivi, altri nomi, altre lapidi. I frutti toccherà a noi raccoglierli, se ne saremo capaci>. 
 <Questo luogo – aveva dichiarato il 19 luglio scorso Claudio Fava – fa parte oramai da tempo di quei siti in cui viene espresso l’esercizio della memoria ai più alti livelli, grazie all’opera di magistrati e giornalisti che lo gestiscono a pieni voti>.
Così l’on. Rosy Bindi, Presidente della Commissione Antimafia: <Sono tornata volentieri in questo luogo di Palermo dove i cronisti ed i magistrati, insieme, testimoniano pagine dignitose sul tema della memoria>.

 

 

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