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Processi Tv: da Fnsi e Ordine un nuovo cappio alla cronaca

HANNO SOTTOSCRITTO IL CODICE DI  AUTOREGOLAMENTAZIONE AGCOM

 

Soltanto lo scorso febbraio  avevano formalmente deciso esattamente l’opposto

22 maggio 2009 - Nella  sede romana dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ieri è stato  solennemente firmato il Codice di autoregolamentazione in materia di  rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive.

 Il testo è stato sottoscritto  anche dalla Fnsi e dall’Ordine dei Giornalisti che solo nello scorso febbraio  avevano formalmente e pubblicamente annunciato il ritiro dal comitato tecnico  che stava redigendo il codice per non prestarsi ad avallare un nuovo giro di  vite autoritario sulla libertà di informazione e sul lavoro dei cronisti.

A firmare il testo, che  rappresenta un nuovo cappio al collo di chi intende informare liberamente i  cittadini delle vicende giudiziarie, sono stati materialmente il presidente  della Fnsi Roberto Natale e per l’Ordine Pierluigi Roesler Franz, delegato dal  presidente Lorenzo Del Boca.

Il codice sottoscritto dai  rappresentanti dei giornalisti  ha lo scopo dichiarato di “dire basta con i  processi scimmiottati in tv o trasferiti impropriamente dalle aule di giustizia  al piccolo schermo” e detta regole ferree sul come e sul quando i giornalisti  potranno ardire parlare di questioni giudiziarie in televisione o alla radio.  Costituisce, di fatto, il pendant del ddl Alfano che vuole impedire ai  giornalisti di venire a conoscenza degli elementi costitutivi di una vicenda  giudiziaria per poter informare i cittadini. Il giornalismo viene subordinato a  interessi diversi da quelli professionali.

Federazione e Ordine si sono,  quindi, schierate in modo chiaro: per loro il lavoro libero dei giornalisti è  un’anomalia, deve sempre esistere un Codice, un’Autorità, un divieto che detti  le regole di comportamento. Nel Codice che hanno appena sottoscritto,  i  cronisti  sono considerati come collaboratori di giudici e avvocati, partecipi  del “circolo virtuoso” che deve “dare impulso ad iniziative processuali della  difesa e degli stessi organi giudicanti”. Fnsi e Ordine hanno cioè bellamente  calpestato la regola numero 1 del giornalista: essere testimone neutro dei  fatti. Non poliziotto, giudice o avvocato, ma soltanto giornalista,  nell’interesse dei cittadini.

 

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