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Franz: è un’ opposizione farneticante, a punire i giornalisti sarà solo l’Ordine

PROCESSI TV: RAPPRESENTANTE ORDINE  DIFENDE ADESIONE AL CODICE

 

Necessario vietare i processi in  sede impropria, in forma libera e anticipatoria

22 maggio 2009 - Caro Presidente, sono rimasto assolutamente sconcertato dal Tuo farneticante  comunicato odierno: "Processi Tv: da Fnsi e Ordine nuovo cappio alla cronaca. -  Hanno sottoscritto il Codice di autoregolamentazione Agcom - Soltanto lo scorso  febbraio avevano formalmente deciso esattamente l'opposto" . E mi meraviglio che  un cronista bravo ed esperto come Te sia riuscito a mettere insieme così tante  inesattezze e imprecisioni senza neppure leggere l'ampio ed articolato preambolo  al Codice, ricco di citazioni di numerose norme in vigore che soprattutto i  giornalisti devono comunque conoscere e rispettare.

Ad esempio, quando affermi nel  titolo che "Fnsi e Ordine hanno sottoscritto il Codice di autoregolamentazione  Agcom, mentre soltanto nello scorso febbraio avevano formalmente deciso  esattamente l'opposto" dimentichi un particolare tutt'altro che trascurabile.  Difatti, successivamente - anche grazie al mio modesto contributo - il testo del  Codice é stato del tutto modificato su un passaggio chiave per i giornalisti  iscritti all'Albo. Si tratta in particolare dell'art. 2, secondo comma, che  prevede testualmente che "In ogni caso per i giornalisti eventualmente coinvolti  la competenza resta riservata all'Ordine professionale".

Di conseguenza mentre fino a  febbraio scorso concordavo pienamente con te e con i colleghi del Consiglio  nazionale contrari all'approvazione di quella prima Bozza del Codice perché non  potevano essere varate nuove regole a carico dei giornalisti in aggiunta a tutte  quelle già esistenti (Costituzione della Repubblica, Carta dei diritti  fondamentali dell’Unione europea, Raccomandazione approvata dal Comitato dei  Ministri del Consiglio d’Europa il 10 luglio 2003 (R(2003)13 - relativa  all’informazione fornita dai media rispetto a procedimenti penali - nonché il  Protocollo n. 11 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e delle Liberta  fondamentali, codice penale, codice di procedura penale, codice civile, legge  sulla stampa del 1948, legge n. 69 del 1963, Carta dei doveri, Carta di Treviso,  Codice della Privacy, Testo unico della radiotelevisione, Carta  dell’informazione e della programmazione a garanzia degli operatori del Servizio  Pubblico Televisivo, il Codice deontologico relativo al trattamento dei dati  personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, il Codice di  autoregolamentazione Tv e Minori approvato il 29 gennaio 2002 e il Codice Etico  approvato dal Consiglio di Amministrazione della Rai; ecc.), la nuova  formulazione accolta dal tavolo tecnico e dal Presidente dell'Authority Corrado  Calabrò ha ovviamente ribaltato la situazione perchè mantiene l'esclusiva  competenza degli Ordini regionali territorialmente competenti così come era già  avvenuto per il Codice di autoregolamentazione dell'informazione sportiva  "Codice media e sport". E nell'ultima seduta del Cnog del 6-7 maggio 2009 se ne  é preso atto, come delle dichiarazioni anch'esse favorevoli del Presidente della  Fnsi Roberto Natale. 

Appare quindi del tutto  inverosimile e fuorviante il sottotitolo "biforcuta" (come, cioé, se l'Ordine  nazionale dei giornalisti e la Fnsi avessero la lingua biforcuta di indiana  memoria) al Tuo comunicato "Processi Tv: da Fnsi e Ordine nuovo cappio alla  cronaca" quando dovresti sapere che non é affatto vero, anzi é l'esatto  contrario. E te lo dice uno come me come ha trascorso più di 30 anni in  Cassazione, che si é letto una montagna di Gazzette Ufficiali e circa 600 mila  sentenze della Suprema Corte e della Consulta, e che conosce circa 220 mila tra  leggi, codici e Trattati internazionali. 

A mio parere il Codice di  autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle  trasmissioni radiotelevisive, cui hanno lavorato tra gli altri due ex Presidenti  della Corte Costituzionale Riccardo Chieppa e Cesare Ruperto, fa, invece,  finalmente chiarezza su una materia delicatissima che era stata più volte al  centro di discussioni e polemiche. Mi limito solo a ricordarTi che:

1) il 30 gennaio scorso il Primo  Presidente della Cassazione Vincenzo Carbone nella sua relazione  sull'amministrazione della giustizia nella cerimonia di inaugurazione dell'anno  giudiziario 2009 al "Palazzaccio" di piazza Cavour a Roma aveva sottolineato la  necessità di "evitare la realizzazione di veri e propri processi mediatici,  simulando al di fuori degli uffici giudiziari, e magari anche con la  partecipazione di magistrati, lo svolgimento di un giudizio mentre é ancora in  corso il processo nelle sedi istituzionali. La giustizia deve essere  trasparente, ma deve svolgersi nelle sedi proprie, lasciando ai media il  doveroso ed essenziale compito di informare l'opinione pubblica, ma non di  sostituirsi alla funzione giudiziaria";

2) il Presidente della  Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento dello scorso anno al Consiglio  Superiore della Magistratura si era richiamato ai principi affermati dalla  nostra Costitituzione e insiti sia nell'ordinamento nazionale, sia in quello  comunitario, osservando che l'indirizzo rivolto il 31 gennaio 2008 dal  Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Calabrò costituisce  "un atto puntuale e fermo contro il rischio di un sovrapporsi della  televisione alla funzione della giustizia attraverso la tecnica della  spettacolarizzazione dei processi e la suggestione di teoremi giudiziari  alternativi";

3)  il Presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, presente ieri alla firma in veste di  "notaio" ha ribadito che il Codice rappresenta «una svolta nella comunicazione.  Non si vuole assolutamente limitare la libertà d'informazione, ma bisogna  rispettare i diritti fondamentali della persona, evitando rappresentazioni dei  processi che possono distorcere, come è accaduto più di una volta, la reale  comprensione dei fatti. Vedere che tutte le emittenti hanno aderito, anche a  costo di rinunciare a qualche punto di share, è positivo per tutta la società  civile»;

4)  Il presidente della Rai Paolo Garimberti ha parlato di «opera meritoria», il  Presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e l’Amministratore delegato di  Telecom Italia Media Mauro Nanni hanno evidenziato il «valore  dell'autoregolamentazione», mentre Roberto Natale ha detto: «Oggi firmiamo e  insieme traiamo nuovo impulso nella determinazione ad opporci a norme che  tendono a limitare il diritto di cronaca, come il ddl intercettazioni».

In  conclusione ti ricordo che contrariamente a quanto affermi nel Tuo comunicato il  Codice trova fondamento nei diritti, garantiti dalla Costituzione, di libertà di  espressione del pensiero, da un lato, e di rispetto dei diritti dei cittadini,  dall’altro, riconoscendo la necessità di piena esplicazione del diritto di  cronaca degli operatori dell’informazione e, nello stesso tempo, l’inderogabile  dovere di rispettare nell’esercizio di tale funzione informativa, i diritti alla  dignità, all’onorabilità e alla riservatezza delle persone. E soprattutto  riaffermare il principio costituzionalmente garantito della presunzione di  innocenza delle persone indagate, evitando la celebrazione in sede impropria, in  forma libera e a fini anticipatori dei processi in corso.

Ti  sarei molto grato se volessi rendere nota questa mia richiesta di rettifica del  Tuo comunicato, essendo gravemente lesivo della mia onorabilità.

Cordialmente.

Pierluigi Roesler Franz

 

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