Martedì, 19 Marzo 2024 09:32

Cassazione: no al carcere per i cronisti

No al carcere per i giornalisti ritenuti responsabili di diffamazione, se non in "circostanze eccezionali". Lo ha stabilito, in una sentenza depositata oggi, la quinta sezione penale della Corte di Cassazione, rilevando che "la libertà di espressione costituisce un valore garantito attraverso la tutela costituzionale del diritto/dovere di informazione", che impone "anche laddove siano valicati i limiti del diritto di cronaca e/o di critica, di tener conto, nella valutazione della condotta del giornalista, dell'insostituibile funzione informativa esercitata dalla categoria di appartenenza, tra l'altro attualmente oggetto di gravi e ingiustificati attacchi da parte anche di movimenti politici proprio al fine di limitare tale funzione".                                                                                                                                                            La Cassazione ricorda che "anche il legislatore ordinario italiano è orientato al ridimensionamento del profilo punitivo del reato di diffamazione a mezzo stampa" e, rifacendosi alle sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, afferma che non "va trascurato l'orientamento della Corte Edu che esige la ricorrenza di circostanze eccezionali per l'irrogazione, in caso di diffamazione a mezzo stampa, della più severa sanzione, sia pure condizionalmente sospesa, sul rilievo che altrimenti non sarebbe assicurato il ruolo di 'cane da guardia' dei giornalisti, il cui compito è di comunicare informazioni su questioni di interesse generale e conseguentemente di assicurare il diritto del pubblico di riceve

La pronuncia della Cassazione è venuta nell'ambito di un processo a carico di due giornalisti - uno direttore, l'altro autore di un articolo pubblicato sul quotidiano 'La voce di Romagna' nel marzo 2006 - per diffamazione ai danni di due militari. L'articolo attribuiva alle parti offese il furto ai danni di un collega, contrariamente al vero. Il Tribunale di Cremona prima e la Corte d'Appello di Brescia poi avevano condannato i due giornalisti: i giudici di secondo grado, avevano però ridimensionato sia il trattamento sanzionatorio, pari a 6 mesi di reclusione, che l'entità del risarcimento del danno. Ora la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'appello, limitatamente al trattamento sanzionatorio.

 

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