Un pugno di cronisti lombardi alla scoperta di un Iran diverso
SBUGIARDATA PROPAGANDA MA CONFERMATA SOGGEZIONE DELLA DONNA
Grande cordialità della gente, pulizia, verde. I giovani, però, vogliono emigrare
di Gianfranco Pierucci
Quando Guido Columba mi ha chiesto di scrivere qualcosa del viaggio in Iran promosso dal Gruppo Cronisti Lombardi e al quale anche lui ha partecipato, avevo appena finito di leggere il primo resoconto buttato giù di getto da Pino Nicotri, un altro della comitiva, per il suo blog www.pino nicotri.it. E mi sono chiesto che cosa avrei potuto fare di più e di meglio se non convincere Guido a prendere pari pari quell’articolo e pubblicarlo sul sito Unci.
Non vi dico dopo aver letto la seconda puntata, proprio mentre – come promesso al Presidente - mi accingevo a fare un po’ di cronaca e qualche considerazione sul nostro viaggio. Non so davvero che cosa potrei dire di più, certamente non di meglio. Comunque, poiché ogni promessa è debito, eccomi qui a ricordare per sommi capi i capisaldi di questo viaggio. Nato un anno fa, subito dopo la prima bella esperienza a Dubai, anzi durante il viaggio di ritorno, mentre l’aereo della Emirates volava su Shiraz e sulle montagne che si dipartono verso ovest, allora ancora ammantate di neve.
C’è voluto un sacco di lavoro, non sono mancati i disguidi e i contrattempi, il visto e la press card sono arrivate all’ultimo momento (venerdì alle 10.30 con partenza fissata al sabato alle 11 da Malpensa) ma alla fine l’esperienza è stata, credo, positiva e utile per tutti i diciotto colleghi che hanno preso parte al viaggio.
Prima di tutto per aver potuto approfondire il contatto con una società la cui immagine all’estero non è di certo quella che si riporta sul posto. Premetto che sei giorni non sono sufficienti, pur con tutta la buona volontà, anche dormendo solo cinque-sei ore a notte e scorazzando con aereo e bus per quasi duemila chilometri, per “conoscere” un Paese, ma per poter quanto meno avviare delle riflessioni sì.
Ha colpito tutti, in particolare, il calore e la cordialità della gente, uomini e donne, ragazzi e ragazze, per le strade di Teheran come di Shiraz o di Esfahan. La loro voglia di stare insieme fino a tarda ora nei parchi curatissimi e pieni di fiori, sui prati all’inglese delle piazze, intorno ai mausolei dei Poeti (come per esempio Saadi e Hafez a Shiraz) che hanno tramandato e salvato la lingua Farsi.
Le nostre colleghe (la maggioranza nella comitiva) erano interessatissime, alla partenza, a scoprire lo stato e la condizione femminile nel Paese del chador e della hjab (il velo) obbligatorio per tutte, anche per le straniere. Di certo la donna è ancora molto in credito rispetto ai canoni occidentali, deve ancora poter ampliare la propria sfera di diritti, ma è sembrato di poter capire che con la loro forza di volontà, la loro voglia di cambiamento, le donne iraniane (più del 60 per cento della popolazione totale, e il 70 per cento degli studenti che frequentano l’Università) non potranno non ottenere sempre maggiori margini di libertà di comportamento e di partecipazione, sia pure a piccoli passi.
Il viaggio ha dato modo di acquisire maggiori conoscenze della realtà religiosa, politica e sociale del Paese, anche attraverso una serie di incontri, in particolare quello con l’ayatollah Milani Alì, a Qom, che ha fornito interessanti spunti di discussione, riflessione e confronto sui temi dell’Islamismo e dei rapporti con il Cattolicesimo, della politica della Repubblica Islamica dell’Iran verso l’Occidente e in particolare verso gli Stati Uniti e Israele, nonché della posizione e del ruolo della donna nella società iraniana attuale.
Breve, ma intenso lo scambio di domande e risposte, con uno dei 4 candidati alle prossime elezioni presidenziali del 12 giugno, l’ex presidente del Parlamento Mehdi Karroubi, avvenuto casualmente all’ingresso della antica basilica armena di Esfahan, poco dopo un ben più ampio incontro con un sacerdote zoroastriano nel moderno tempio di questa minoranza religiosa.
Le visite ai Musei, ai siti archeologici quali Persepoli e Pasargade, e alle straordinarie antiche Moschee di Yadz, Shiraz, Esfahan e Qom hanno costituito i temi culturali dell’ incontro con la millenaria storia della Persia e con la sua arte, le sue architetture, i suoi tappeti…
Ora che ho cominciato… potrei continuare chissà per quanto ancora. Ma lo spazio è tiranno.
Per chi volesse saperne di più, magari toccando con mano, di persona, ci sarà la possibilità di farlo dal 26 settembre al 4 ottobre, sempre con il patrocinio del Gruppo Cronisti Lombardi (www.piazzettavergani.org), grazie ad un secondo viaggio promosso con la Traveldesignstudio di Bergamo in collaborazione con la sede italiana dell’Aito (Azadi International Tourism Organization) di Teheran.