Sabato, 27 Luglio 2024 10:59

Intercettazioni: l’Unci chiama la categoria alla mobilitazione

APPELLO A FNSI E ORDINE PER CONTRASTARE IL DDL  ALFANO

No  al divieto di pubblicare le conversazioni approvate nell’udienza filtro

18  aprile 2010 , Viareggio - Mozione approvata all'unanimità

Il diritto di informare dei giornalisti coincide  con il diritto di sapere dei cittadini. Il Consiglio Nazionale dell'Unci,  riunito a Viareggio il 16, 17 e 18 aprile, sollecita la Fnsi e l'Ordine dei  giornalisti a mobilitare l’intera categoria per contrastare l'accelerazione che  il Governo intende imprimere al disegno di legge liberticida sulle  intercettazioni.

In particolare appare inaccettabile la prevista  norma che impedirebbe la pubblicazione del contenuto delle intercettazioni nella  pausa che intercorre tra la misura cautelare e lo svolgimento del dibattimento,  creando così un vuoto temporale incomprensibile e arbitrario.

Il CN dell'Unci, nel ribadire come con tale  normativa si attuerebbe una illegittima censura al diritto di cronaca a danno  della pubblica opinione, rinviando sine die la pubblicità di atti già noti alle  parti e non più segreti, ricorda che se questa norma fosse stata già vigente,  avrebbe impedito ai cittadini di venire a conoscenza di fatti delittuosi  gravissimi, ledendo il loro imprescindibile diritto ad essere informati. Solo a  titolo di esempio l'Unci ricorda ancora una volta le vicende della Clinica Santa  Rita di Milano, le risate di due imprenditori alla notizia del terremoto  dell'Aquila, il bacio in fronte del banchiere Fiorani a Fazio, la concussione di  un giudice tributario e di un suo consulente per aggiustare una sentenza su  controversie fiscali, le tangenti sulla Sanità in Puglia, le torbide vicende del  campionato di calcio.

Il CN dell'Unci, nel confermare l'impegno per  contrastare comunque l'uso improprio e inaccettabile di intercettazioni nelle  quali non si possano rilevare interessi pubblici, rilancia la  propria  mobilitazione contro quelle parti della legge liberticide e antidemocratiche che  il Governo e il ministro Alfano si ostinano a voler promulgare e in ogni caso si  impegna fin da ora, se il disegno di legge dovesse essere approvato, a  promuovere, d’intesa con le altre istituzioni del giornalismo, un'azione legale  nei confronti del Governo italiano presso la Corte dei Diritti dell'Uomo di  Strasburgo.

 

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Quaderno sul Ddl Alfano

 

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