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Intercettazioni: forti riserve per il voltafaccia del Pd

PROPOSTA DI LEGGE ANALOGA A  QUELLA DEL CENTRODESTRA

Il pretesto di tutelare la privacy nasconde la prevaricazione dei  potenti

06 maggio 2011 - “Suscita molte riserve  l’indirizzo censorio che ispira la proposta di legge del Pd sulle  intercettazioni in analogia con quelle del Pdl, come già denunciato dal  sindacato dei giornalisti.

L’Unci, Unione Cronisti Italiani, insieme con la Fnsi condivide uno degli  intenti

dell’iniziativa, e cioè l’esigenza di evitare che “siano danneggiate persone  terze coinvolte senza rilevanza alcuna”. Ma una disciplina così orientata ha un  senso più chiaro se riferita al cittadino comune, mentre non ha ragion d’essere  per chi – a prescindere da eventuali reati commessi – ha ruoli pubblici che non  solo determinano una privacy attenuata, ma esigono un controllo della pubblica  opinione sui comportamenti che abbiano riflessi appunto pubblici. Nessuna  proposta perciò, in materia di intercettazioni e loro pubblicazione essenziale,  è credibile e seria se non bilanciata da una norma - proposta in un odg  approvato all’unanimità dai recenti Congressi della Federazione della stampa e  dell’Unione cronisti - che preveda l’esclusione da misure di legge restrittive  degli “atti riguardanti le cariche elettive di ogni livello e gli amministratori  di società pubbliche o a partecipazione statale”.

Dietro il pretesto della tutela di privacy - non dei cittadini bensì della loro,  cioè dei soliti noti - si nascondono, come è stato sottolineato a gran voce nei  congressi di Bergamo e Viareggio, i disegni di prevaricazione dei potenti:  difendere i propri privilegi con una sorta di salvacondotto, imporre il silenzio  totale sui fatti e sui misfatti della cronaca di tutti i giorni, mettere la  sordina sull’intreccio fra politica e malaffare, tarpare le ali alla critica e  alla mediazione giornalistica.

Da questa tenace insistenza a stringere la morsa intorno alla pubblicazione  delle intercettazioni (quasi sempre riguardanti vicende dei politici più in  vista), si ricava –secondo l’Unci e la Fnsi - la sensazione che qualsiasi  provvedimento legislativo nel settore si riservi lo scopo di assicurare una  specie di immunità, benché, in democrazia, la rilevanza dei comportamenti non  sia soltanto giuridica, ma anche politica, sociale ed etica.”

 

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