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Martedì, 19 Marzo 2024 07:22

Danno punitivo per le querele temerarie e diritto all’oblio nel web: se ne è parlato a Padova e Bologna in due seminari dedicati a Guido Columba

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Contro le troppe querele temerarie ai giornalisti, denunciati per diffamazione su basi infondate con il solo scopo di fermarli quando scrivono del malaffare dei potenti, bisogna introdurre anche in Italia il principio del "danno punitivo" a carico di chi ha promosso una causa finita in un'archiviazione. Un risarcimento cioè al giornalista prosciolto, e che non si deve limitare a poche centinaia di euro ma ad una "condanna esemplare", una vera stangata in termini monetari, di chi ha promosso la causa contro di lui. Lo ha sottolineato il magistrato Vito Zincani, già procuratore della Repubblica a Modena e protagonista in vari processi, dalla strage della stazione di Bologna alla banda della Uno Bianca e all'omicidio di Marco Biagi. Zincani era tra i relatori dell'ultimo evento formativo sul diritto di cronaca intitolato a Guido Columba (per 22 anni presidente dell’UNCI e scomparso un anno fa), svoltosi il 12 novembre a Bologna su iniziativa dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna guidato da Giovanni Rossi. Presenti anche Alberto Spampinato di Ossigeno per l'informazione - l'Osservatorio che ha accertato come oltre il 90% delle quasi 6000 denunce per diffamazione all’anno risulti infondato - e Marilù Mastrogiovanni, editrice e direttrice del “Tacco d’Italia”, che per le sue inchieste contro mafia e malaffare in Salento è stata oggetto di numerose minacce e intimidazioni e di decine di querele temerarie.

Il vero scopo di una querela infondata non è arrivare alla condanna del giornalista – ha detto in sostanza Zincani - ma agire in modo intimidatorio per fermare il lavoro dei giornalisti. Cioè il loro diritto-dovere di informare, rispondendo al diritto dei cittadini di sapere. E' stato interessante sentire un magistrato tanto consapevole delle problematiche dell'informazione attuale, e del rischio per la democrazia che giunge sia da un'informazione imbavagliata, sia da una giustizia sovraccarica che non riesce a funzionare. Interessante anche la sua analisti sui poteri capaci di "orientare" l'opinione pubblica con i nuovi mezzi offerti dal web, dove vere e proprie falsità ripetute all'infinito e messaggi perfettamente tarati sui gruppi sociali cui sono rivolti costituiscono anch'essi una seria minaccia alla democrazia. E per questo richiedono, ha evidenziato, che anche i giornalisti siano all'altezza, con una adeguata formazione, di tali sfide. Riusciremo veramente ad esserlo, con organici ridotti all'osso nelle redazioni, colleghi sulla strada pagati pochi euro a notizia ed editori tutt'altro che puri? E' stato comunque un dibattito di grande qualità, perfettamente in linea con gli obiettivi prefissati con la organizzazione degli eventi formativi intitolati a Guido.

Spampinato a Mastrogiovanni sono intervenuti ad un altro evento intitolato a Guido a Padova, ospiti dell’Ordine dei giornalisti del Veneto presieduto da Gianluca Amadori, presenti anche la segretaria del sindacato veneto Monica Andolfatto e Luciana Borsatti, già giornalista dell’Ansa.

A Padova il tema al centro del dibattito è stato in particolare quello del diritto all’oblio anche nel complesso mondo del web.

Eccone il resoconto di Ossigeno per l’Informazione. “Come si conciliano, oggi in Italia, tutela della privacy, diritto di cronaca, diritto all’oblio e i doveri deontologici dei giornalisti? Che cosa è cambiato con le ultime novità giurisprudenziali, in particolare con la decisione della Cassazione (n. 19681 del 22 luglio 2019)? Quali sono le conseguenze di questa sentenza sulla prassi quotidiana delle redazioni? Questo insieme di problemi è stato analizzato, tenendo conto della cornice tracciata dal Regolamento europeo (n. 679 del 2019), dall’avvocato Giorgio Battaglini. In sintesi, sul diritto all’oblio la situazione è questa. La normativa è ancora incerta e, anzi, in via di definizione. Le decisioni delle Corti – è stato osservato – sono il frutto di una particolare esigenza: quella di offrire un orientamento giurisprudenziale immediato in attesa che il Parlamento legiferi in modo organico. Questa materia è nuova e ha assunto sempre maggiore importanza con l’estensione dell’informazione online e con il ricorso ai motori di ricerca. Questi ultimi hanno l’effetto collaterale di perpetuare ogni notizia all’infinito, anche quando i fatti narrati non sono più attuali o non rivestono più  interesse pubblico. 

Il confronto si è acceso intorno a una domanda: è giusto che, per quanto riguarda il riconoscimento del diritto all’oblio online (quello attuato con la deindicizzazione degli articoli, che così diventano invisibili ai motori di ricerca, cioè con una sorta di oblio telematico ), a decidere in prima istanza siano gli stessi gestori delle grandi piattaforme, cioè privati come Google, e in seconda istanza il Garante della privacy, quindi con una rinuncia delle istituzioni pubbliche a trattare il problema con le forme di garanzia proprie delle procedure giudiziarie, con il rischio di compromettere il diritto di accesso alla verità storica e storiografica dei fatti? I pareri dei relatori sono stati critici su questo punto, pur riconoscendo che non può essere la Cassazione a risolvere il problema. Occorre una legge articolata per bilanciare gli interessi in gioco”.

Il corso sul diritto di cronaca intitolato a Guido Columba, partito da Roma il 29 marzo con, fra gli altri, Giuseppe Giulietti e Carlo Verna (su youtube e sito dell’Ordine dei giornalisti del Lazio tutti gli interventi https://www.youtube.com/results?search_query=diritto+di+cronaca+le+battaglie+di+oggi+per+il+dovere+di+informare) è stato già replicato a Firenze, Milano e Torino. Si svolge in collaborazione con l’UNCI, l’FNSI, le Associazioni della stampa e gli Ordini regionali. Fra i relatori degli incontri non romani anche il Presidente dell’Unci Alessandro Galimberti, la giornalista d’inchiesta Amalia De Simone, il segretario dell’Associazione Stampa Subalpina Stefano Tallia, il presidente dell’Associazione Stampa Toscana Sandro Bennucci,  il procuratore aggiunto di Firenze Luca  Tescaroli, i colleghi Enzo Quaratino, già capocronista dell’Ansa, e Franca Selvatici, storica firma della cronaca giudiziaria de La Repubblica. 

Fra gli argomenti trattati: minacce, intimidazioni, querele temerarie e altri abusi che limitano il diritto di informazione. Le norme che autorizzano la pubblicazione delle notizie. Il monitoraggio delle violazioni della libertà di stampa. I servizi di assistenza legale. La protezione dei giornalisti minacciati, le reti di solidarietà. 

Si tratta ormai di un modulo formativo ben rodato, che può essere replicato in altre realtà locali con gli stessi e altri relatori.
Nella foto da sinistra: Alberto Spampinato,Marilu Mastrogiovanni, Giovanni Rossi, Vito Zincani

 

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