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L'UNCI HA RICORDATO MAURO DE MAURO

FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA
UNIONE NAZIONALE CRONISTI ITALIANI
 
Palermo, 16 settembre 2017
 
Stamane la commemorazione davanti alla lapide di viale delle Magnolie
 
L’UNCI HA RICORDATO MAURO DE MAURO A PALERMO
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Il giornalista Mauro De Mauro, sequestrato e ucciso da un commando mafioso nel 1970 a Palermo, è stato ricordato questa mattina con una manifestazione organizzata dall’Unione nazionale cronisti italiani in viale delle Magnolie. Erano presenti i familiari di De Mauro. Sono intervenuti il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales,  il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, il presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti, Riccardo Arena, ed il presidente regionale dell’Assostampa, Giancarlo Macaluso. L’assessore comunale Giovanna Marano ha  deposto un corona d’alloro sotto la lapide che ricorda il tragico episodio.
De Mauro, cronista de L’Ora, era nato a Foggia nel 1921. Furono diverse, all’epoca, le piste battute da polizia e carabinieri per risalire al contesto in cui maturò il sequestro. Tra le principali seguite dagli inquirenti spiccava quella relativa ad un’inchiesta sulla morte del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, che il cronista si accingeva a raccontare. Venne tenuta in considerazione anche la pista cosiddetta del “golpe Borghese”. De Mauro, la sera in cui fu rapito aveva appena posteggiato la sua auto, una Bmw, accanto al portone d’ingresso del palazzo in cui abitava, in viale delle Magnolie. I sicari di mafia gli tesero una trappola e De Mauro venne rapito. Poche ore dopo la sua auto fu ritrovata in via Pietro D’Asaro nella zona di via Dante, sempre a Palermo. Secondo il pentito Francesco Marino Mannoia i resti del giornalista rimasero sepolti per diversi anni sotto un ponte del fiume Oreto ma successivamente i capimafia della zona decisero di rimuovere le ossa che furono sciolte in un fusto pieno d’acido.
In viale delle Magnolie è stato esposto il gonfalone del Comune di Palermo. Alla fine della cerimonia è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare De Mauro e, come ha rilevato Leone Zingales, «tutte le vittime cadute per mano mafiosa».
<De Mauro – ha sottolineato il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales – era un cronista di razza. Un giornalista che fiutava le notizie di qualità ad un miglio di distanza. Lo hanno ucciso perchè si apprestava a pubblicare l’ennesimo scoop, la notizia a sensazione che avrebbe svelato un grande mistero italiano. Purtroppo la verità sulla uccisione di de Mauro è ancora lontana. Oggi l’Unci ricorda un grande cronista>.
Per il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, <De Mauro è stato ucciso perchè ha avuto il coraggio di raccontare verità scomode>
Per il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, <il ricordo di De Mauro è sempre vivo e attuale>.
Per il presidente dell’Assostampa siciliana, Giancarlo Macaluso, <De Mauro ha rappresentato con efficacia un modello di giornalismo coraggioso e puntuale, sempre attento alla verifica delle notizie che otteneva dalle sue fonti>.
Infine Franca De Mauro, figlia del cronista ucciso da Cosa nostra, ha voluto <ringraziare i cronisti che hanno rimesso le cose al proprio posto. Mi fa piacere che la figura di papà venga celebrata dai colleghi con questa cerimonia. Per non dimenticare>.
In viale delle Magnolie soltanto dal 2015, e grazie all’Unci, si svolge una cerimonia per ricordare De Mauro nel giorno della scomparsa. La targa marmorea, infatti, è stata collocata dal Comune il 16 settembre 2015 su proposta dell’Unione cronisti mentre dal 14 maggio del 2013 un albero dedicato a Mauro De Mauro si trova nel Giardino della memoria di Ciaculli, il sito confiscato alla mafia e gestito da Unci e Associazione nazionale magistrati.
All’evento di stamane erano presenti anche il questore Renato Cortese, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, colonnello Antonio Di Stasio, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, generale Giancarlo Trotta, il capocentro della Dia di Palermo, colonnello Antonio Amoroso, ufficiali dell’Esercito e funzionari della Prefettura, l’ispettrice del Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa del XII Centro di Mobilitazione della Sicilia, sorella Anna Di Marzo, ed il comandante del Gruppo carabinieri “Palermo”, tenente colonnello Antonio Caterino.
 
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