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INTERCETTAZIONI: NO AL BAVAGLIO, LA FNSI AVVIA LA MOBILITAZIONE. PETIZIONE CONTRO IL DDL. RODOTÀ: "STOP ALLE DELEGHE IN BIANCO A GOVERNO".

Roma, 3 novembre 2015.  ''No al nuovo tentativo di mettere il bavaglio alla stampa''. A lanciare l'allarme ''emergenza informazione'' è la Federazione nazionale della stampa italiana,pronta a mobilitarsi (così come fu nel 2010 per il ddl Alfano)contro la proposta di legge contenuta nella delega al governo in materia di intercettazioni, nell'ambito del progetto di riforma del processo penale. Ma anche, spiega il Segretario generale dell'Fnsi  Raffaele Lorusso, contro ''le continue intimidazioni e minacce ai giornalisti,che da più parti mettono in pericolo la libertà di informazione''. L'ultimo caso, i 96 cronisti denunciati per aver pubblicato intercettazioni su mafia capitale.   

Sotto accusa nella petizione lanciata oggi (www.nobavaglio.org), c'è il ddl Renzi, che affida al governo ''il potere di stabilire le regole sulla pubblicazione delle intercettazioni limitando la diffusione a quelle di rilevanza penale ed escludendo le conversazioni d'interesse pubblico'' Praticamente, sottolinea il comitato promotore (articolo 21,Arci, Anso, Fnsi, Gruppo Abele, il fatto quotidiano, Libera-contro le mafie, Libertà e giustizia, Libertà e partecipazione, Ordine dei giornalisti, Moveon, Pressing  giornalisti in rete, Sindacato cronisti romani, Stampa romana, Usigrai) non si sarebbe saputo nulla di calciopoli, dell'indagine su propaganda fide, delle risate di Francesco Piscicelli all'indomani del terremoto a L'Aquila o di quel che accadeva intorno al comune di Roma.  

Leggendo il testo del ddl, precisa Stefano Rodotà, tra i primi firmatari dell'appello con Marino bisso, Arturo di Corinto e Giovanni Maria Riccio, ''emergono subito la cultura di chi lo ha scritto, vista la forma; e la volontà di avvolgere tutto in una sorta di delega in bianco. Gravissima poi è l'espropriazione del parlamento in materia di diritti fondamentali. E' già capitato sui lavoratori. Bisogna fare appello a tutte le istituzioni, perché è una linea che si sta consolidando''.    

''Sulla riscrittura del servizio pubblico sta accadendo la stessa cosa'', sottolinea Vittorio di Trapani, segretario dell'Usigrai.

''Lo strumento delega in questa materia è grave nel metodo e nel merito'', rilancia Lorusso,

ricordando la disponibilità del ministro della giustizia, Andrea Orlando, a un tavolo di confronto.

''La guardia va tenuta alta - dice Lorusso - perché informazione e libera circolazione delle idee sono essenziali per la democrazia e perché i cittadini possano esercitare la sovranità popolare. Il nostro è un 'no' a una legge che metterebbe all'Italia un bavaglio, senza purtroppo essere un'eccezione. E' successo in Spagna, ci stanno provando in Francia e casi più gravi li abbiamo in Turchia, Iran e Russia''.    

Da qui la proposta di un coordinamento internazionale di giornalisti a livello europeo

''Che portino la questione a Bruxelles e Strasburgo''. E poi un primo sit in giovedì al tribunale

dove inizierà il processo per mafia capitale e un comitato di avvocati di cui avvalersi per cause di lite temeraria, per chiedere cioè risarcimento a coloro che abbiano intentato (e perso) cause per diffamazione 'preventiva' a danni di giornalisti.

Daniela Giammusso/ansa

 

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