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Giovedì, 18 Aprile 2024 08:37

IL LAGER DI BUCHENWALD, NUOVO LIBRO DI LEONE ZINGALES

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b_0_0_0_00_images_presentazione-libro.jpgTorna in in libreria il giornalista Leone Zingales. A soli tre mesi dal volume dedicato ai luoghi della Rosa bianca, Zingales si è cimentato nella seconda opera di una serie dedicata ai campi di concentramento nazisti. Il libro si intitola "Il lager di Buchenwald. Le atrocità dei nazisti sulla Blutstrasse" (Mohicani edizioni, Palermo, 2019, 124 pagine, 12 euro). Il primo volume della serie era stato dedicato al lager di Dachau. Adesso l'autore ha radiografato un altro lager tedesco che, "inizialmente, - scrive Zingales che è Vice-presidente nazionale dell’Unci- - non era stato costruito come luogo di sterminio a tutti gli effetti. Al suo interno, con il trascorrere dei mesi di criminale attività, si sono verificati migliaia di assassinii di massa. Numerosi gli internati che sono stati uccisi dopo essere stati sottoposti ad esperimenti ad opera dello staff medico del campo o perchè duramente seviziati dalle SS". Il lager di Buchenwald è stato istituito nel luglio del 1937 e, all’epoca, era considerato tra i più grandi della Germania.  Le deportazioni a Buchenwald sono state avviate il 16 luglio del 1937 con l’arrivo di circa 150 prigionieri provenienti dal campo dismesso di Lichtenburg nella provincia di Lipsia. A Buchenwald, sotto falso nome, è stata internata la principessa Mafalda di Savoia. La figlia del Re Vittorio Emanuele III è morta per dissanguamento la notte del 28 agosto del 1944.  Tra i deportati a Buchenwald anche l’attivista politico Ernst Thalmann, originario di Amburgo. E’ stato ucciso qui dalle SS il 18 agosto del 1944 con un colpo di pistola alla nuca. "La rievocazione Tra gli aguzzini del campo si ricorda Ilse Koch, che nel 1936 contrasse matrimonio con il comandante del campo, Karl Koch. E’ stata definita feroce, immorale e sadica tanto da essere chiamata dai prigionieri la <cagna di Buchenwald>, Buchenwälder Hündin, o "la iena di Buchenwald", Hyänen von Buchenwald.
"La ricostruzione rievoca, con lo spirito del cronista che descrive quello che vede – spiega Leone Zingales - la storia costituita da vittime innocenti e di immani atrocità, uno dei campi di concentramento tra i più noti. Immerso in una zona boscosa della ex Germania orientale, il campo era stato costruito vicino alla città di Weimar. Anche qui i prigionieri sono stati sottoposti a torture, ad atroci sofferenze e a umiliazioni di ogni genere".
Il libro è stato presentato a Palermo nei saloni di Palazzo Ziino di via Dante, dove ha sede l'assessorato comunale alla Cultura. Sono intervenuti il giornalista Giuseppe Marinaro, il professore Manlio Corselli, docente di Filosofia politica All’Università, e l'editore Pietro Scaglione.

 

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