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Mercoledì, 24 Aprile 2024 19:18

A SIRACUSA IL SEMINARIO SU “AUTONOMIA PROFESSIONALE E DOVERI DEL CRONISTA” GALIMBERTI: ATTACCHI CONCENTRICI ALLA PROFESSIONE. PERCHE?

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L’evento promosso dall’Unci, giunto alla terza edizione, si è svolto al liceo <Orso Corbino>

Il presidente nazionale dell’Unci, Alessandro Galimberti ha concluso i lavori del III° seminario di studio di Siracusa su "Autonomia professionale e doveri del cronista”, organizzato dall’Unione nazionale cronisti italiani in collaborazione con la sezione Unci di Siracusa, e che si è svolto nel capoluogo aretuseo. Stiamo assistendo – ha detto Galimberti -  all’ultimo atto di uno scenario drammatico per la professione. La perquisizione  a Salvo Palazzolo è solo l’epilogo di un panorama desolante di intrusioni della magistratura nella vita privata oltre che professionale dei colleghi, a Brescia e a Bologna erano già accaduti casi ugualmente inquietanti.  Eppure il Csm non ha mai preso una posizione su queste anomalie gravi, nonostante ne sia stato più volte richiesto”.

L’evento, che era  inserito tra i corsi della formazione giornalistica, ha avuto luogo nell’aula magna del liceo “Orso M. Corbino” e la preside, professoressa Carmela Fronte, salutando i partecipanti al seminario e ringraziando l’Unione cronisti per avere promosso l’evento, ha detto che “oggi più che mai c’è bisogno di informazione puntuale e corretta”

Ha introdotto i lavori il fiduciario della sezione Unci di Siracusa, Francesco Nania, il quale ha ricordato tutte le tappe che hanno portato l’Unione cronisti “in provincia di Siracusa con i seminari aperti alla formazione professionale”.

Il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, nel suo indirizzo di saluto ha ricordato l’evento Unci di Augusta della scorsa primavera che si era concluso con l’appello “niente carcere al giornalismo, niente carcere ai giornalisti. Oggi – ha concluso - parliamo di autonomia professionale. E’ la continuità di quel tema, che presuppone la consapevolezza di ciò che si può e si deve fare”.

Il decano dei cronisti siracusani, Carmelo Miduri, nel suo intervento ha affermato che “il cronista tende all obiettività. Nella società della velocità anche la fruizione dell’informazione è veloce, e quando non si sanno nemmeno scegliere le  proprie fonti, la velocità è l’approssimazione provocano grossi guai”.

Francesco Di Parenti, membro della Giunta regionale dell’Assostampa siciliana, ha ricordato il caso di Salvo Palazzolo perquisito per aver dato la notizia 3 ore prima rispetto la notifica ai legali. “Nessun indagato invece – ha detto - per i depistaggi della strage di via D’Amelio. Ben venga la riforma dell’Ordine ma facciamola partendo da chi fa la cronaca. Perchè centrare tutta la discussione sul tema delle fake news?” .

Nel suo intervento, il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, ha ricordato che in provincia di Siracusa, a Palazzolo Acreide, è nato Giuseppe Fava, mentre a Siracusa è nato Mario Francese. Giornalisti uccisi dalla mafia che l’Unci ricorda annualmente con la Giornata della Memoria assieme a tutti gli altri caduti”. Quindi ha parlato di “crisi occupazionale, qualità del giornalismo” e “del numero crescente di cronisti minacciati. Le minacce – ha sottolineato - sono tali da qualunque parte provengano, sia dalla mafia o dalla “nuova” politica”. Tra gli argomenti trattati da Zingales anche quello relativo “alle azioni civilistiche temerarie” e quello dei tantissimi free lance non garantiti”. Quindi il vice-presidente dell’Unci ha posto l’accento sui “doveri del cronista. Oltre i regolamenti e le carte, serve la deontologia. Vedere colleghi che deragliano lascia l’amaro in bocca ed  in quel caso ben vengano le sanzioni disciplinari,”.

Il presidente regionale dell’OdG Sicilia, Giulio Francese, nel suo intervento ha ricordato che “qui a Siracusa è nato mio padre e qui nel marzo scorso ha avuto luogo la prima uscita dell’Ordine”. Poi ha ricordato “il sistema Siracusa e la professione al centro di gli attacchi incrociati dopo la lunga stagione di crisi. Oggi la figura del giornalista è molto cambiata, gli italiani si informano sempre più sul web.   Il papa parla di giornalisti come custodi delle notizie. Noi lo siamo? Siamo noi i medici delle fake-news? Facciamo autocritica a iniziare dal declino che è iniziato sul web. Dispiace assistere agli attacchi di politici come Crimi e di di Maio. Il vicepremier che attacca i giornali e celebra i social e le piazze, parla della pacchia finita. Ma quale?”. Francese ha poi parlato “degli incarichi gratuiti della pubblica amministrazione ai giornalisti. Il collega che accetta sbaglia”. Infine un accenno ai giornalisti uccisi dalla mafia: “in questa terra otto giornalisti uccisi dalla mafia, uno di loro non era siciliano ma diceva di esserlo più di noi perché aveva scelto di esserlo”.

A conclusione dell’evento, il presidente nazionale dell’Unci, Alessandro Galimberti., riferendosi ai giornalisti minacciati ha detto che “governi e parlamenti degli ultimi anni non hanno mai preso in considerazione le richieste dell’Unci di innalzare le pene e  modificare una legge che oggi non solo non è deterrente ma quasi incentivante a delinquere . In questi giorni l’attacco alla professione si è fatto poi manifesto, con la proposta di abolire l’Ordine per decreto legge.  Di fronte a questi attacchi concentrici dobbiamo chiederci perché è successo -consapevoli che molte argomentazioni le abbiamo offerte noi - ma soprattutto cercare il riscatto che richiede due condizioni: la difesa intelligente in ogni sede, giudiziaria, parlamentare etc,, ma soprattutto essere ognuno di noi, ogni giorno, la dimostrazione vivente di cosa è un giornalista, un portatore di verità e di serietà - sanzionabile in caso di difetto -  di fronte al circo stolto dei social web e dei suoi sacerdoti”.

Nella foto, da sinistra: Francesco Di Parenti, Giulio Francese, Alessandro Galimberti, Leone Zingales e Carmelo Miduri. In piedi Francesco Nania

 

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