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Venerdì, 19 Aprile 2024 07:04

GALIMBERTI E ZINGALES: “SEQUESTRO IN REDAZIONE AL MATTINO DI PADOVA, UN ATTACCO ALLA LIBERTA’ DI STAMPA”

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Perquisita la redazione, prelevato il computer della cronista Cristina Genesin. La condanna dell’Unci  

 

L’Unione nazionale cronisti italiani condanna l’intervento dell’autorità giudiziaria veneziana che stamane ha disposto una serie di perquisizioni nella redazione de Il Mattino di Padova. In particolare la Dda di Venezia ha disposto perquisizioni a carico della giornalista Cristina Genesin, dei direttore Paolo Possamai e del condirettore responsabile Paolo Cagnan, nell’ambito di una indagine sulla pubblicazione di notizie e fotografie relative alla presenza, nella città di Padova, di Salvatore Giuseppe Riina figlio del boss corleonese Salvatore Riina. L’ipotesi di reato è di favoreggiamento aggravato e rivelazione di segreto istruttorio. Agenti del Gico della Guardia di finanza, su disposizione del sostituto procuratore Fabrizio Celenza, hanno sequestrato il computer della cronista di giudiziaria Cristina Genesin. “E’ un attacco alla libertà di stampa – hanno dichiarato Alessandro Galimberti e Leone Zingales, rispettivamente presidente e vice-presidente nazionale dell’Unci – i giornalisti chiamati in causa hanno svolto il proprio ruolo con puntualità e competenza. Hanno trovato una notizia, l’hanno verificata e poi l’hanno pubblicata”.

 

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Mafia: favoreggiamento, indagati giornalisti del Mattino di Padova. La Fnsi esprime la ferma condanna per un atto contro la libertà di stampa.


VENEZIA, 12 giugno 2018. - Il Gico della Guardia di Finanza  sta eseguendo alcune perquisizioni nella redazione del  quotidiano Il Mattino di Padova (gruppo Finegil), in via  Tommaseo, su mandato della Direzione distrettuale antimafia  della Procura di Venezia. Lo rende noto il sindacato giornalisti  del Veneto che denuncia quanto accaduto parlando di attacco alla  libertà di stampa. Le indagini coinvolgono la cronista di giudiziaria Cristina Genesin, il direttore Paolo Possamai e il condirettore Paolo Cagnan, nei cui confronti viene ipotizzato il reato di favoreggiamento aggravato, legato alla pubblicazione, avvenuta un anno fa, di notizie e di foto sulla presenza del figlio di  Toto Riina a Padova, e di rivelazione di segreto istruttorio.  Otto agenti del Gico di Mestre hanno eseguito nelle prime ore  di oggi una perquisizione domiciliare nei confronti di Genesin,   su ordine del pm Fabrizio Celenza, consentendole solo di  avvisare la sua legale e di aspettarne l'arrivo. Nella redazione  del quotidiano i finanziari hanno poi portato via il computer  della cronista e altri documenti. Nell'operazione sono stati sequestrati cellulari, anche personali, dei cronisti, computer e documenti. In una nota, Federazione nazionale della Stampa, Sindacato e Ordine giornalisti del Veneto e Assostampa padovana "condannano con fermezza questo atto, che altro non e' se non un attacco alla liberta' di stampa, al segreto professionale e alla tutela delle fonti. Il reato contestato - dichiarano i vertici del sindacato giornalisti - e' a dir poco sconcertante; non si bloccano i  cronisti con una misura repressiva come questa. Ci auguriamo che  il nuovo Governo e il Parlamento non si limitino a esprimere  solidarieta' ai cronisti minacciati, ma che si affrettino ad   assumere i relativi provvedimenti a tutela di una informazione  libera e indipendente". (ANSA)

 

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